NUMERO 11 - NOVEMBRE 2020

Da dove partiamo? Ma dal Giro d’Italia, ovviamente, vinto inaspettatamente da Geoghegan Hart su Hindley (3° Kelderman). L’Italia scopre un Ganna eccezionale, per lui addirittura 4 vittorie di tappa, e un Nibali non così brillante: alla fine è 7°, a oltre otto minuti dalla maglia rosa. Bene anche Ulissi, 2 tappe, e Masnada, 9° nella generale. Tra gli stranieri, sugli scudi Demare e Sagan, che hanno dato vita a furiose volate e stupendi assoli. Ma nel mese di ottobre non c’è stata soltanto la corsa rosa. E’ toccato anche alle grandi classiche del nord, compresa la Parigi-Roubaix e l’Amstel Gold Race clamorosamente annullate. Meraviglioso finale al Fiandre, con Van der Poel che anticipa Van Aert al fotofinish dopo le polemiche alla Gand-Wevelgem, conquistata invece da un bel Pedersen (3° Trentin). Alla Freccia s’è rivisto Hirschi dopo il bellissimo Tour de France, mentre alla Liegi-Bastogne-Liegi il protagonista è stato Alaphilippe: ha esultato troppo presto e si è fatto infilzare da Roglic, ancora tra i migliori dopo la Grande Boucle e i mondiali di Imola. Ma Bicisport di novembre si fa in due: in allegato troverete, infatti, la nostra tradizionale “Guida alle scelte 20/21”, con tutte le informazioni tecniche più importanti e succulente del panorama ciclistico. Cosa state aspettando? Bicisport vi aspetta in edicola, sul sito e su iPad.
⁃ E’ stato Ganna il gigante del Giro
⁃ Entriamo nell’intimo con la sorella del campione
⁃ E adesso che cosa chiediamo a Nibali?
⁃ Ma Cassani assicura… «Lo Squalo tornerà!»
⁃ Facciamo le “pulci” al padrone del vapore
⁃ Ha spinto il sessanta planando sulla rosa
⁃ Il crudele momento dell’addio di Thomas
⁃ Ecco come Guarnieri lavora per Demare…
⁃ I misteri di Peter rinato a Tortoreto
⁃ C’è anche Masnada tra i giovani fenomeni
⁃ Quel giorno che Bramati disse a Joao: «Tocca a te!»
⁃ Il taccuino d’un critico tappa per tappa
⁃ Sagan? Per me è già al tramonto…
⁃ Vegni abbandonato nel fattaccio del Giro
⁃ Caro Fabio, guarda c’è posta per te…
⁃ Bentornato “Friuli”, padrino di Pogacar
⁃ Catturato il Prestigio Colleoni va tra i grandi
⁃ Più attenzione ai giovani, si fa avanti Martinello
⁃ Dispaccio dal Nord. Freccia, Liegi, Gand e Fiandre
⁃ La prima di Bagioli a scuola dai belgi
⁃ Pastrocchio Alaphilippe e gli sloveni dilagano
⁃ Ma Hinault si esalta col mondiale perfetto
⁃ La “Gand” di Trentin? Povera ma bella
⁃ E la Ronde scatena la guerra dei talenti
⁃ Se Ganna fa rinascere la leggenda dell’Ora
⁃ Si riparte da Merckx l’ultimo fenomeno
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Siate sinceri, avete mai assistito ad un’edizione più unica di quella recentemente terminata? I grandi favoriti della vigilia o si sono persi per strada non per colpa loro (Evenepoel, Yates, Kruijswijk, Thomas) o non hanno reso come ci si aspettava (Nibali, Majka, Fuglsang). E’ stato il Giro d’Italia delle grandi polemiche: il ritiro improvviso della Jumbo-Visma, le critiche sulla tenuta della bolla, lo sciopero di Morbegno. Ma si è rivelata, alla fin fine, la solita stupenda corsa che attraversa il nostro paese e prova a distrarlo per almeno tre settimane: le 4 volate di Demare, la vittoria solitaria di Sagan, il dominio di Ganna nelle prove contro il tempo (e non solo). E nell’ultima settimana, uno Stelvio innevato ha definitivamente spaccato la corsa: sui tornanti del gigante un bravissimo Almeida ha perso la rosa, mentre uno straripante Dennis lanciava il giovane Geoghegan Hart verso la rosa. E ancora le tattiche della Sunweb, la delusione di Viviani e Gaviria, il finale mozzafiato nel surreale scenario d’una Piazza del Duomo accessibile soltanto agli addetti ai lavori.
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